
In occasione del Festival del Parco il museo espone i quattro dipinti delle civiche collezioni che Emilio Borsa ha dedicato al variare delle stagioni nel Parco di Monza.
Info e orari
La mini-mostra rimarrà aperta da mercoledì 4 fino a domenica 29 settembre 2024 negli orari di apertura del museo (non è necessaria la prenotazione).
Ingresso a pagamento incluso nel biglietto del museo.
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Emilio Borsa nasce a Milano nel 1857 da Paolo Borsa, professore di disegno, e da Regina Bianchi, sorella di Mosè Bianchi e zia di Pompeo Mariani. Al padre prima e allo zio Mosè poi il giovane Emilio deve la sua iniziale formazione artistica, completata in seguito all’Accademia di Brera, dove segue i corsi di Francesco Hayez. Nel 1907 partecipa alla VII Esposizione internazionale d’arte di Venezia; nel 1889 viene premiato all’Esposizione universale di Parigi e nel 1892 all’Esposizione italo-americana di Genova, mentre nel 1901 vince il Premio Principe Umberto. Il pittore muore a Monza nel 1931. A differenza del cugino Pompeo Mariani, viaggiatore e testimone di un mondo elegante e mondano fuori dai confini monzesi, la ricerca pittorica di Emilio si concentra prevalentemente sui luoghi intimi e quotidiani di Monza e dei suoi dintorni vissuti con un’immersione totale, tanto che il pittore visse a lungo all’interno del Parco. La frequentazione quotidiana del Parco porta il Borsa a produrre una numerosa serie di vedute, ispirate al mutare delle stagioni: accostate in una sorta di “sinfonia” della natura, le vedute si concentrano su alberi e cieli, con il colore che steso in rapidi tocchi evoca una realtà in perenne mutamento. Frutto delle frequenti sedute en plen air, i dipinti esposti sono caratteristici dello stile dell’autore nel rendere i fitti paesaggi boscosi del Parco, privi della presenza umana: la natura si manifesta nella sua essenza, con la primavera che viene evocata dai colori freschi e luminosi, i tocchi veloci, la voluta mancanza di definizione precisa delle forme. I tronchi solitari, circondati dal verde tenero delle prime foglie primaverili o da quello più intenso che prelude alla stagione estiva, si stagliano contro le aperture luminose sullo sfondo, creando eleganti giochi di controluce.
Nel mutare delle stagioni, l’autunno e l’inverno si manifestano con i colori cupi e una luce fredda che crea riflessi sulla neve e sui rami spogli e innevati; le nuvole nascondono un pallido sole che traspare appena, mentre le pennellate più dense e corpose in primo piano si fanno più leggére e sfumate sullo sfondo, evocando la sensazione della nebbia che avvolge il paesaggio. Un volo di uccelli appena delineati con brevi tocchi scuri, ma efficaci nel rendere l’idea della profondità e dello spazio, muove il paesaggio, in cui i toni di colore novembrini evocano lo sfiorire autunnale della vegetazione, così come il dettaglio poetico dell’ultima foglia che pare restia a cadere.
- Le prime foglie (impressioni) , 1900 circa
- Primavera al Parco di Monza, 1900 circa
- Preludio d’autunno al Parco di Monza, 1900 circa
- Il Parco di Monza in inverno, 1900 circa
- Paesaggio invernale, 1900 circa