Un Natale d’arte

Hendrick Goltzius (1558 -1617), inventore e incisore
Adorazione dei pastori (1594)
Bulino

La stampa rappresenta una bella versione della scena evangelica dell’adorazione di Gesù Bambino da parte dei pastori di Betlemme, avvisati dall’angelo che appare sullo sfondo a destra. La grotta della natività appare qui trasformata in un edificio classico in rovina, di cui si ammirano ancora le possenti colonne scanalate e i resti di mura e volte.
Sotto un trionfo di cherubini e angeli su nubi da cui piovono raggi di luce, l’incisore costruisce una scena tradizionale ma viva e dinamica: Maria svela il Bambino sorridente, adagiato nella mangiatoia, ai due pastori inginocchiati, resi con grande realismo, quasi fossero due ritratti di contemporanei. Altri due pastori si stanno affrettando verso la Sacra Famiglia, mentre alle spalle di Maria Giuseppe osserva reggendo una candela; da notare, infatti, gli straordinari giochi di luce e ombra creati dalle fonti di luce artificiali, come la candela, la lanterna, i raggi che piovono dall’alto…
L’incisione è firmata con il monogramma “HG” che identifica Hendrick Goltzius ed è datata in basso a sinistra “1594”, mentre nel margine inferiore compaiono versi latini del poeta Franco Estius. Il foglio fa parte di una serie di sei episodi della “Vita della Vergine” incisi da Goltzius.



Cornelis Galle il Vecchio [attr.](1576 – 1650), incisore
Adorazione dei pastori (prima metà del XVII sec) Cornelis Galle il Vecchio [attr.](incisore), Adorazione dei pastori (prima metà del XVII sec)

Bulino

Attribuito all’incisore fiammingo Cornelis Galle, il foglio rappresenta una adorazione dei pastori ispirata – come riporta Federico Zeri – da studi di Taddeo Zuccari poi rielaborati dal fratello Federico, finalizzati alla riproduzione a stampa.
Sono note diverse copie dell’Adorazione incisa sul finire del XVI secolo da un altro celebre incisore, Cornelis Cort; la nostra stampa riprende solo la parte inferiore della composizione completa e da questa cita in maniera puntuale alcune figure di pastori sulla destra, il giovane che regge un agnellino sulla sinistra e il particolare delle figure affacciate alla balaustra dell’edificio che osservano la scena sacra.
Originale è invece la disposizione della Madonna con il Bambino, posato a terra su un giaciglio di paglia, con le mani protese verso la madre.
Cornelis Galle si recò a Roma, dove risiedette per diversi anni; tornato ad Anversa rilevò una stamperia ed entrò a far parte della rinomata Corporazione di San Luca.



Lucas Vorsterman [attr.] (1595 – 1675), incisore

Adorazione dei Magi (metà del XVII secolo)
Acquaforte

Si tratta di una grande incisione, di ottima qualità, che ricorda la maniera di Rubens, sebbene non sia riconducibile a opere note del maestro. La composizione ruota intorno al Bambino che, sostenuto da Maria sotto lo sguardo di Giuseppe, posa la mano con gesto di benedizione sul capo di un vecchio Re Magio riccamente vestito con manto e stola di ermellino che, inginocchiato, bacia delicatamente il piede di Gesù. In secondo piano appaiono gli altri Magi mentre dei paggi recano i doni; sullo sfondo, su una sorta di ballatoio in legno, si assiepano alcuni uomini tenuti a bada da un armato che, con lo scudo, sembra impedire loro di avvicinarsi alla Sacra Famiglia.
Molto efficace è il gioco di luci: il Bambino sembra irradiare una luminosità diffusa che si riverbera sugli astanti, mentre le zone più lontane dal centro sfumano nella penombra, illuminate solo da brevi bagliori come quello che si riflette sul metallo dell’armatura.



Gaetano Guadagnini (1800 – 1860 circa), incisore
Rossi (XIX secolo), disegnatore
Lelio Orsi (1508/11 – 1587), inventore
Presepe (1836 – 1840)
Acquaforte

La stampa riproduce la Natività indicando in calce come autore il pittore emiliano Lelio Orsi; tuttavia, il dipinto – oggi conservato alla Galleria degli Uffizi – ha avuto una vicenda attributiva complessa: in un volume di incisioni del 1778 il quadro, di provenienza non documentata, è attribuito a Jacopo Bassano. Viene poi attribuito a Lelio Orsi, ma la presenza di caratteri fiorentini nel dipinto spingono poi gli studiosi ad avanzare il nome del pittore manierista Francesco Salviati.
Tra il 1836 e il 1840 viene pubblicata a Firenze l’edizione in folio della Imperiale e Reale Galleria Pitti per cura di Luigi Bardi regio calcografo: si tratta di una monumentale “guida illustrata” della Galleria con cinquecento stampe di grande formato che riproducono con estrema precisione i dipinti conservati nella Galleria di Palazzo Pitti al tempo del governo del Granduca Leopoldo II di Toscana (1797 – 1870), disponibile anche a fascicoli secondo la moda dell’epoca. La descrizione del fascicolo 44 riporta tra i pezzi significativi il classico Presepe di Lelio Orsi inciso dal Guadagnini: un’opera “bene ordinata, bene bilanciata e ricca”, con il Bambino steso in terra adorato da Maria, Giuseppe e dai pastori.