Nel 1923 Eva Galbesi vedova Segrè donò con lascito testamentario gran parte della sua collezione di dipinti, stampe antiche e oggetti d’arte al Comune di Monza. Si trattava di un ingente patrimonio che pose le premesse per la costituzione di un museo civico, di cui da tempo si avvertiva l’esigenza. Nel 1935 fu istituita la Pinacoteca e i dipinti lasciati dalla Segrè, insieme ad altri donati dalle famiglie monzesi, ne costituirono la parte preminente.
Poco si conosce dei criteri collezionistici con i quali era stata formata la raccolta, costituita da un repertorio di opere comprese tra il XVI e il XIX secolo nel quale spiccava un nucleo di maestri gravitanti intorno a un’area centro padana e veneta.
Rappresentativi del gusto della committenza religiosa e nobiliare a partire dal XVI secolo i soggetti si rifanno a temi sacri o mitologici; presenti, anche se in misura minore, la natura morta e la scena di genere.
Questa Sezione riunisce una breve rappresentanza di tali opere, proponendo uno sviluppo narrativo incentrato su episodi della vita di Cristo, scene agiografiche, singole storie di natura mitologica, nature morte e figure allegoriche o di genere.
SVELARE PER RIVELARE
Le due tele dell’Annunciazione, a lungo ritenute per forma e dimensioni le ante d’organo della Chiesa di Ognissanti in Venezia, in realtà sono state ricavate dal taglio di un unico dipinto, avvenuto probabilmente tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo; i dati documentali disponibili sono stati recentemente avallati dai risultati del restauro eseguito per l’esposizione museale, che ha consentito anche di far emergere sul retro di entrambe le opere la scritta «Chiesa dei Santi».
Le indagini conoscitive propedeutiche all’intervento hanno evidenziato numerosi ritocchi e rifacimenti a integrazione di danni diffusi alla pellicola cromatica. Ampie lacune, in particolare molto estese sopra il capo della Madonna, erano state integrate con innesti di tela, poi preparati a gesso e colla e ridipinti. Le opere apparivano inoltre appesantite da stuccature e rifacimenti debordanti sull’originale; le riverniciature ingiallite e le vecchie tele di rinfodero avevano, in vari punti, perso aderenza con la tela primitiva.
Il paziente lavoro di pulitura, consistito nell’asportazione delle numerose stuccature e ridipinture, ha reso evidente l’invasività degli innesti sul dipinto dell’Annunciata. Dopo un meditato confronto tra restauratori, direzione del Museo e Soprintendenza, si è ritenuto di rimuovere tale innesto e di sostituirlo con un’altra tela dipinta in tono bruno, in accordo con quello dello stato preparatorio emerso nella parte bassa in corrispondenza di cadute e abrasioni. Sono state reintegrate, sia sull’Angelo che sull’Annunciata, le mancanze di colore di piccole dimensioni e sono infine stati realizzati nuovi telai a espansione micrometrica con doppia crociera che garantiscono la tensione ottimale delle tele.
01: Pittore caravaggesco, La negazione di Pietro. Olio su tela, prima metà del XVII secolo
02: Cerchia di Guido Reni, San Giuseppe con il Bambino dormiente. Olio su tela, metà del XVII secolo
03: Ebanista lombardo, Compianto sul Cristo morto. Incrostazione di legni policromi e avorio, ultimo quarto del XVIII secolo
04: Gaspare Landi, Prometeo. Olio su tela, 1782
05: Filippo Abbiati, Trompe-l’oeil con stampe e lettera. Olio su tela, fine del XVII – inizi del XVIII secolo