Il volto della città

Pittore lombardo Il castello visconteo di Monza
Luoghi perduti e luoghi cittadini ancora intatti, figure di re o di santi che hanno improntato un’epoca e hanno creato una tradizione sono presenti nell’immaginario civile e religioso della città.
Oltre l’epopea della Regina Teodolinda, celebrata nel vicino Duomo negli splendidi affreschi tardogotici degli Zavattari, tra le opere dei molti artisti che hanno contribuito a dare forma a questo immaginario non potevano mancare nel Museo Civico quelle dei pittori monzesi appartenenti alla nota famiglia dei Bianchi: Mosè, il fratello Gerardo e il padre Giosuè.

A tali opere si affiancano altri dipinti del XIX secolo, forse il periodo che più intensamente ha connotato l’immagine pittorica (per non dire “pittoresca”) della città.
Le vitalistiche vedute della Contrada Nuova e dell’abside del Duomo si affiancano alle immagini della città perduta rappresentate dalle vestigia del Castello visconteo e della Porta di San Biagio, monumenti scomparsi.
Infine, ai due santi patroni cittadini, san Giovanni Battista e san Gerardo, il compito di chiudere il percorso, riallacciandosi idealmente alle storie sacre della collezione Segrè, dalle quali ha preso avvio il percorso espositivo del primo piano.

01: Pittore lombardo, Il castello visconteo di Monza. Olio su tela, fine XVIII – inizi XIX secolo
02: Angelo Inganni, Veduta della Contrada Nuova in Monza. Olio su tela, 1850
03: Mosè Bianchi, Nel Duomo di Monza. Olio su tela, 1872
04: Pier Paolo Quaglia, Stendardo processionale. Ricamo e pittura su raso, 1630
05: Pittore lombardo, Devozione di San Gerardo. Olio su tela, fine del XVII secolo